Jazz is in the air

Posted by MES domenica 27 aprile 2014 alle 16:20 No comments


Bisogna riconoscere un grande merito al Torino Jazz Festival: c'è un'aria di festa tale per le strade che pare di stare a Palermo il giorno di Santa Rosalia. Ed è normale che sia così: ieri mi sono fatta un giro dalle sette in poi tra Piazza Castello e Piazza Vittorio (che poi si chiamerebbe Piazza Veneto, ma questa è un'altra storia) su e giù per le strade del centro e la musica era ovunque.
Vero è che il TJF Fringe dà spazio ad artisti emergenti, per cui senti jazz rivisitato, contaminato e rivoltato come un calzino, ma ciò che ne viene fuori è molto interessante, con la gente (tanta) che osserva strumenti considerati lontani dal genere e soprattutto dalla strada: violini, viole, violoncelli, organi... vabbè, pianole che fanno la voce dell'organo. Ma non sottilizziamo.

In Piazza Veneto c'era il primo appuntamento con Luca Biggio, che è diventato il mio nuovo eroe personale: per cinque giorni di fila (il primo era ieri) si è preso l'onore e soprattutto l'onere di creare cinque serate diverse. Lo spazio che ha a disposizione è ampio, per buona pace degli spettatori, grazie alla collaborazione dei due locali che lo ospitano: il Clorophilla e il Lab. Ieri era lì che si divertiva coi suoi amici, mentre poco distante la Honky Tonk School proponeva balli rock'n'roll e jive all'interno di una specie di discoteca coperta e le coppie di tutte le età stavano a guardare dandosi di gomito.

Risalendo via Po ho fatto tappa al Blah Blah, dove c'era il Pietro Ballestrero Ensemble. Alcuni dei musicisti sono miei amici, gente seria. Ho trovato un video piuttosto rappresentativo...


In Piazza Castello, intanto, continuano i concerti coi grandi nomi del TJF. Ieri toccava a Diane Schuur, che però secondo me non era molto in voce. A questo punto però ho una seconda teoria: secondo me i tecnici del suono hanno qualche problema che li sta facendo smadonnare dall'inizio del Festival. Anche la cantante dei Rote Jazz Fraktion aveva avuto non pochi problemi di microfono, solo che lei si limitava a continuare a muovere le labbra guardandosi intorno con gli occhi del terrore, mentre la Schurr per riuscire a sentirsi emetteva sovracuti disumani. Ad ogni modo è piaciuto.
A me piace ricordarla così.


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