Mi piacciono i bambini. Quando ero
ragazzina suonavo in un'orchestra giovanile, ma talmente giovanile da
permettermi di diventare un'assistente per chi era alle prime armi:
avevo 15 anni quando ho cominciato a chiedermi come sviluppare al meglio
l'enorme potenziale in quelle testoline, in un'età in cui qualsiasi
stimolo può essere colto e addirittura approfondito, se solo si trova il
metodo corretto per farlo. Più di ogni altra cosa è importante che nulla risulti troppo faticoso,
difficile o lontano dalla propria routine: se ci aspettiamo che un
bambino diventi un artista o comunque un adulto sensibile ad alcuni temi
non possiamo pensare che ciò avvenga per miracolo, in famiglie dove non
si legge un libro a meno che non sia il catalogo dell'Ikea e si va a
teatro solo per mostrare la pelliccia nuova.

Se
poi uno vuole continuare a piazzarli davanti alla tv, si tiene i figli
annoiati, capricciosi e poco inclini a usare la fantasia. Il che è
veramente triste.
Omelie a parte, ho notato che Torino è molto attenta ai cittadini di età inferiore ai 10 anni. Intanto l'elezione della città a Capitale dello Sport 2015 ha aiutato la proliferazione di attività sportive
rivolte ai ragazzi, protagonisti del futuro e quindi chiamati ad essere
adulti sani, prima ancora che culturalmente validi. In giro, però, di
corsi se ne trovano tanti, anche perché è cominciata l'estate, è finita
la scuola ma i grandi continuano a lavorare: è partita la corsa al
programma non troppo costoso che eviti traumi ad entrambe le parti in
causa, nella disperata ricerca di qualcosa che sia anche interessante,
educativo e non eccessivamente serio.
Oppure
si propinano attività assolutamente prive di senso e particolarmente
noiose perché la scuola possa risultare improvvisamente la cosa più
bella del mondo. No, scusate, questa è una tecnica che forse usa solo la
mia vicina di casa. E per inciso: non funziona. La prossima volta che
sua nipote comincia a urlare alle otto di mattina perché vuole la mamma
adotto il metodo Guns N' Roses: quando li metto a palla, lei ammutolisce. Stesso effetto con Iggy Pop. Ho provato anche con Marylin Manson, ma solo dopo le quattro del pomeriggio e non senza effetti collaterali.

Nel frattempo ho fatto una passeggiata virtuale nei luoghi migliori in cui può crescere un bimbo torinese.
Se
vostro figlio è nell'età disgraziata in cui tutto, ma proprio tutto
necessita di una spiegazione immediata e chiara, esistono persone che
possono occuparsene senza spargimenti di sangue: Xché? Il laboratorio della curiosità è un luogo dove, attraverso percorsi ad hoc,
i bambini della scuola elementare e delle medie inferiori possono farsi
una domanda e darsi una risposta senza ricorrere all'aiuto del
pubblico.
Il Circolo dei Lettori
offre una location perfetta per i più piccoli: vivere la bellezza è il
modo migliore di educare a capirla, cercarla altrove e cercare di farne
parte. I laboratori, poi, non riguardano solo la lettura: durante l'anno
scolastico appena terminato, ad esempio, erano attivi corsi di economia
per i più piccoli.
Mi ha colpita l'esistenza di scuole attive regolarmente durante l'anno scolastico che offrono anche percorsi estivi: la Montessori propone laboratori specifici, con giochi motori, sensoriali e a tema scientifico. Purtroppo non tutti ne parlano bene:
sembra che oltre ad essere costosa, sia anche un ottimo esempio di
disorganizzazione. Ovviamente dipende dai casi: per cominciare non tutte
le strutture che si basano su questo metodo sono private, inoltre non funzionano tutte allo stesso modo.
I musei a forma di bambino sono tanti e vari,
ma ce n'è uno in particolare per il quale sarei stata disposta a
rinunciare alla mia dose quotidiana di cartoni se avessi trascorso
l'infanzia a Torino: INFINI.TO
è il museo dell'astronomia e dello spazio, è un Planetario digitale
dove si può assistere a spettacoli a tema e in una parola è fighissimo.
Ogni week-end organizzano uno Spazio per i bambini dai 2 agli 8 anni e
ogni famiglia ha diritto a due biglietti omaggio.
Le Case di Quartiere, inoltre, sono molto benvolute dai cittadini, che hanno ritrovato il piacere di incontrarsi in un posto diverso dal bar. Qui ci sono i contatti per ognuna di esse, in modo da poter cercare quella più vicina, oltre all'indirizzo di uno dei siti più seguiti dai genitori torinesi.
Ma quante ce ne sarebbero da scrivere? Menomale che è solo un'introduzione.
Specifico
però che l'idea non è di raccogliere spunti per genitori in cerca di
qualcosa da fare: ho bisogno di un posto per segnalare gli spunti che
trovo interessanti, i siti che mi sembrano utili ad affrontare problemi e
tematiche particolari legati all'educazione infantile, i corsi che
catturano la mia attenzione; ma desidero anche sviluppare il mio metodo e tracciare il mio percorso, quello di un'insegnante consapevole che di imparare non si finisce mai.
Per fortuna.
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